lunedì 25 maggio 2009

Mi piace l'idea della nave della legalità: sa tanto di viaggio con un bollettino ai naviganti che prevede mare mosso ma nave stabile perchè zavorrata agli ideali di libertà, onesta, uguaglianza e multiculturalità!

Susanna

FALCONE: GELMINI, NON TEMERE DI PARLARE DI MAFIA IN SCUOLE
"Non bisogna temere di parlare di mafia, di camorra, di criminalità organizzata nelle scuole. Per combatterla bisogna conoscerla". Lo ha detto il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, partecipando a Palermo, nell'aula bunker dell'Ucciardone, all'inaugurazione della giornata che ricorda il 17/o anniversario della strage di Capaci. Il ministro si è detto entusiasta di aver partecipato personalmente al viaggio con la Nave della Legalità che ha portato oltre 1.400 studenti e professori da Napoli a Palermo, e che, ha rilevato, "idealmente ha attraversato non solo quel braccio di mare, ma tutto il nostro Paese, con una grande energia, sprigionata da tutti i ragazzi che vi hanno partecipato". "La presenza del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, conferisce un valore istituzionale altissimo a questa giornata, che è diventata un appuntamento irrinunciabile". Gelmini ha ricordato di aver promosso la materia di educazione alla cittadinanza nelle scuole e ha evocato l'idea di creare un concorso sulla legalità per le scuole. E' attraccata da pochi minuti al molo di Palermo la Nave della Legalità, il grande traghetto della Snav che ha condotto nel capoluogo siciliano oltre 1500 tra studenti, insegnanti, accompagnatori ,volontari, per dedicare una giornata alla memoria dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, nel giorno anniversario della strage di Capaci, 17 anni fa. A bordo tutti ragazzi che dall'inizio dell'anno scolastico hanno lavorato a progetti collegati al tema della legalità, mettendo candore, passione, fantasia e persino senso dell'umorismo al servizio del concetto che vuole il rispetto delle regole tra le basi fondanti della democrazia e terreno bruciato per tutte le mafie.Dalla grande bocca dell'imbarcazione sono usciti gli studenti con in testa uno striscione sorretto, tra gli altri, dal ministro della Pubblica istruzione Mariastella Gelmini e dal procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso con la scritta: "esistono uomini che vivono cent'anni con la testa chinata, altri soltanto un giorno con la testa in alto". La nave salpata ieri sera da Napoli ha ospitato il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, l'avvocato Fernanda Contri e Vincenzo Corticello, uno degli imprenditori siciliani che ha denunciato i suoi estortori e che ha per questo pagato con numerosi attentati.Il ministro Gelmini ha cenato al self service del traghetto insieme agli studenti e, dopo la proiezione del film inchiesta sul maxi processo alle cosche di Carlo Lucarelli, i ragazzi si sono assiepati per rivolgere domande ai protagonisti dell'incontro, ascoltando racconti e ricordi legati al periodo in cui Falcone e Borsellino lavoravano a Palermo ed erano protagonisti delle inchieste più scottanti. Fernanda Contri, che in passato ha ricoperto incarichi istituzionali, ha raccontato di Falcone aspetti inediti ma soprattutto ha evocato la sua solitudine di quel periodo, che lo vide bocciato dal Csm alla candidatura di procuratore di Palermo. "Giovanni disse che con quella bocciatura la sua condanna a morte era stata già firmata - ha raccontato Contri ricordando come il magistrato allora "non era davvero simpatico a tutti". Lo è diventato, ha aggiunto "quando è morto" ed é per questo che rivolgendosi ai ragazzi li ha esortati:"Cerchiamo di aiutare quelli come Falcone quando sono vivi! Noi abbiamo l'obbligo di testimoniare, ma il peso della lotta per la legalità passerà tutto sulle vostre spalle". Anche il procuratore Grasso ha ricordato tanti episodi di quando nel maxi processo era giudice a latere, o di quando incontrò , libero, uno degli oltre 470 imputati di cui doveva scrivere le motivazioni della sentenza di condanna. "Mi sentii scoraggiato - dice oggi - ma davanti a me c'erano due scelte, dire chi me lo fa fare, e fare ciò che dovevo. Ho scelto la seconda strada". Mentre la Gelmini ha invitato a non sottovalutare anche le piccole illegalità come ad esempio 'le raccomandazioni'', che, ha detto 'sminuiscono il merito'', Corticelli ha raccontato la vicenda della sua azienda mettendo in guardia dai facili entusiasmi: 'Non tutti coloro che denunciano il racket poi lo fanno davvero - ha detto - ma va acnhe sottolineato che lo Stato talvolta fa sul serio: nel mio caso, i tempi di arresti e processi sono stato brevi, lunedi' prossimo ci sarà l'appello e con le prime condanne lo Stato ha dato ilo segnale che ci dice di poter avere fiducia nelle istituzioni".

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